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PREVEDERE LA PROTEZIONE DEGLI ANIMALI IN COSTITUZIONE, ATTRIBUENDO LORO DIRITTI COME FOSSERO ESSERI UMANI, PORTERÀ AD INEVITABILI ABERRAZIONI GIURIDICHE.

27.05.2021


Il 19 maggio 2021 la Commissione Affari costituzionali del Senato ha ufficialmente approvato, con tutta la maggioranza a favore, la proposta di modifica dell'art. 9 della Costituzione italiana che risulta così articolata:

"La Repubblica tutela l'ambiente e l'ecosistema, protegge le biodiversità e gli animali e promuove lo sviluppo sostenibile, anche nell'interesse delle future generazioni. La Legge dello Stato disciplina i modi e le forme del diritto degli animali."

La cosa alquanto strana è rappresentata dal fatto che, a seguito dell'approvazione di questa proposta da parte della Commissione affari costituzionali del Senato, hanno comprensibilmente esultato tutte le associazioni animal-ambientaliste ma stranamente anche alcuni che, in teoria, dovrebbero essere collocati dall'altra parte della barricata.

La storia e l'esperienza ci insegnano che, se esultano i nemici della caccia e delle altre attività portatrici della Cultura rurale, qualche campanello d'allarme dovrebbe suonare nel cervello di chi dovrebbe difendere le nostre attività.

Leggendo il testo approvato dalla Commissione del Senato, riteniamo che coloro che esercitano le attività portatrici della Cultura Rurale abbiamo ben poco per cui esultare.

Il fatto stesso che in Costituzione italiana si inserisca il concetto della “protezione degli animali” ed il concetto “La Legge dello Stato disciplina i modi e le forme del diritto degli animali", ci dovrebbe far capire la pericolosità di queste innovazioni che si vogliono inserire in Costituzione.

Va ricordato che le modifiche costituzionali devono essere approvate con il voto favorevole della maggioranza qualificata del Parlamento con il doppio passaggio sia alla Camera che al Senato mentre una legge ordinaria può essere approvata con il voto a maggioranza semplice con un unico passaggio nei due rami del Parlamento. Risulterà molto più facile quindi approvare una legge ordinaria che non una legge di modifica costituzionale, a maggior ragione se questa legge ordinaria farà riferimento ad una norma di rango costituzionale.

Possibile che chi ci dovrebbe rappresentare non capisca la pericolosità di queste proposte di innovazione costituzionale e non preveda le inevitabili conseguenze che ricadrebbero su tutte le attività portatrici della Cultura rurale nell’immediato se dovessero essere approvate queste pericolose modifiche costituzionali?

 

Sergio Berlato

Presidente dell'Associazione per la Cultura Rurale

Thiene, li 26 maggio 2021


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